I baluardi della crescita. Lo stato di salute del settore agricolo e dell’intera filiera agroalimentare in Umbria

Intervista a Fernanda Cecchini*

Assessore, cominciamo da un evento importante e cioè la cinquantesima edizione che Agriumbria si accinge a festeggiare. Un compleanno speciale che rappresenta anche un traguardo importante per il settore agricolo umbro, quale bilancio è possibile tracciare?

“Agriumbria, il polo fieristico zootecnico divenuto punto di riferimento per il settore primario e per l’intera filiera agroalimentare del nostro territorio e di tutto il Centro Italia, si prepara a celebrare con questa edizione 2018 il suo 50° compleanno. Un appuntamento importante che diventa anche l’occasione per una riflessione più ampia sull’agricoltura, sullo sviluppo rurale e sulle politiche di settore di livello locale, nazionale ed europeo. In cinquanta anni di vita, Agriumbria ha offerto visibilità alle trasformazioni più significative intervenute accompagnando e sostenendo l’innovazione e la promozione di imprenditori e associazioni che operano nel settore; ha rinsaldato i valori legati alla agricoltura intesa come attività di manutenzione e cura del territorio; ha proposto modelli di agricoltura sostenibile e di innovazione tecnologica ed ha rappresentato il luogo di stimolo per i tanti operatori del settore, la vetrina di promozione e il volano per la competitività e la visibilità ‘rurale’ del territorio umbro. Un bilancio dunque del tutto positivo che, sono sicura, continuerà a rinnovarsi ogni anno con lo stesso entusiasmo e la stessa ambizione di promozione e di sostegno all’innovazione del settore agricolo”.

A questo proposito, qual è lo stato di salute del settore agricolo e in particolare in Umbria? Quali gli scenari futuri?

“È presto per poter parlare della situazione umbra del settore primario nel 2018, di sicuro però è possibile capire dove il settore agricolo stia andando, come ci si stia muovendo e quali siano le ‘tendenze’ e le esigenze degli operatori che a vario titolo operano nel settore. Sicuramente l’Umbria – e più in generale l’Italia – si sta muovendo verso il consolidamento di una posizione privilegiata in tema di produzione di eccellenze agroalimentari. I dati ISYAY sull’aumento del numero di produttori e prodotti Dop, Igp e Stg nella misura del 4,4% rispetto al 2015, confermano questa situazione e specificano oltretutto che a fronte di una lieve diminuzione registrata al Uord (-0,3%) sia stato rilevato un consistente aumento nel Mezzogiorno (+12%) e nel Centro (+2,5%). L’Italia si conferma il primo Paese per numero di riconoscimenti Dop, Igp e Stg conferiti dall’Unione europea. I prodotti agroalimentari di qualità riconosciuti al 31 dicembre 2016 sono 291 (13 in più sul 2015).

La Regione Umbria è da tempo impegnata nella promozio- ne di un’immagine che coniughi tradizione, innovazione e crescita perché, come mostrano i dati e in particolare il rapporto realizzato da Ismea “AgrOsserva” relativo al I e II trimestre 2017, in anni di forte crisi sociale ed economica, l’agricoltura ha saputo garantire performance positive. Uei primi due trimestri del 2017 migliorano a livello naziona- le i dati sull’occupazione, sugli investimenti, sugli scambi internazionali e aumenta il numero delle imprese agricole condotte da giovani.

Ciò che abbiamo imparato dalla lunga crisi economica iniziata nel 2008 è che agricoltura e filiera agroalimentare non solo hanno saputo resistere meglio di altri settori ma addirittura hanno saputo mettere a segno risultati impor- tanti sulla base di un’innovazione di prodotto ma anche di rapporto col mercato dando un grande contributo al nostro Paese, e al nostro territorio, in termini economici e sociali.

Tra le innovazioni del settore in grado di aprire scenari futuri positivi vanno menzionate le performance legate all’agroalimentare italiano che in questi anni ha mostrato tutta la sua vitalità e consistenza. Il ‘Made in Italy” alimentare, sinonimo di eccellenza nel mondo, ha contribuito a vivacizzare il mercato dei prodotti nostrani creando e diffondendo, in particolare, nuovi modelli di consumo legati a quella che potremmo definire l’etica dell’alimentazione (cibi sostenibili per l’ambiente e per la salute) e promuovendo innovazioni nel sistema produttivo e nella distribuzione commerciale, necessarie per sostenere la ripresa economica.

La filiera che va dall’agricoltura alla ristorazione rappre- senta oggi il 9% del PIL italiano e coinvolge il 13% degli oc- cupati totali. Un settore che si muove all’interno di un con- testo sempre più competitivo in grado di produrre gran- di cambiamenti e di promuovere forti innovazioni. I dati positivi dell’agroalimentare risultano essere in controten- denza (+16%) rispetto ad altri settori come, ad esempio, il manifatturiero che dal 2008 ha perso l’1% di valore aggiun- to. Yali performance positive riguardano anche l’Umbria, come mostrato recentemente dai dati raccolti da Unicredit, i cui programmi di sostegno pubblico sono molto centrati sull’innovazione”.

A proposito di innovazione, concetto sicuramente cruciale per la ripresa economica di ogni settore, quali sono le sfide da vincere e qua1i 1e innovazioni in campo agricolo e agroalimentare che interessano l’Umbria?

“L’Umbria si conferma terra in cui imprese agricole, ricercatori e altri soggetti anche di diversi settori convivono e insieme portano avanti la sfida comune dell’innovazione che riguarda tutti i sistemi produttivi locali. Un forte impulso alle energie costruttive e positive del territorio è dato ormai da anni dal Programma di Sviluppo Rurale che ha consentito di finanziare molti progetti innovativi già con la Misura 124 ‘Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nei settori agricolo, alimentare e forestale’ relativa alla programmazione economica 2007-2013. Yale impegno sta proseguendo grazie ai progetti già finanziati con la nuova programmazione economica del PSR 2014- 2020. Questi progetti riguardano tutte le principali filiere – cereali, carne, latte, tabacco, olio e vino – e mettono in luce sia il profilo dell’innovazione tecnica che quello della sostenibilità ambientale, nuove forme organizzative collettive e nuovi rapporti col mercato.

Un particolare profilo di innovazione è stato promosso nell’ambito della cosiddetta ingegneria finanziaria: l’Umbria insieme ad altre sei Regioni ha costituito un Fondo di Garanzia Multiregionale gestito dal Fondo Europeo per gli investimenti cui partecipa anche la Cassa di Depositi e Prestiti. Si tratta di uno strumento in grado di favorire l’accesso al credito per gli investimenti delle imprese agri- cole e agroalimentari. Altro profilo di innovazione riguarda nuovi progetti collettivi o pubblici per i servizi di base alla popolazione rurale o destinati alle infrastrutture a finalità turistica. Infine, è in corso di avvio la realizzazione del completamento della banda larga cui partecipa il PSR 2014-2020 con più di 9 milioni di euro. Un’Umbria, dunque, aperta all’innovazione a 360 gradi”.

Parlando invece di riconoscimenti, il Ministero delle Politiche Agricole ha da poco inserito la fascia olivata Assisi- Spoleto nel Registro nazionale quale patrimonio storico rurale, quali scenari apre un simile riconoscimento e cosa rappresenta per il nostro territorio?

“Il riconoscimento ministeriale della fascia olivata Assi- si-Spoleto quale patrimonio storico rurale rappresenta un importante traguardo per il sistema agricolo umbro e per la tutela del nostro territorio che, unito all’ancor più ambizioso traguardo di prestigio internazionale del riconoscimento FAO, cui la fascia olivata umbra è candidata, consentirà di veicolare e promuovere con ancora più for- za l’immagine dell’Umbria quale luogo in cui lo sviluppo rurale, più che agricolo in senso stretto, riesce a saper coniugare tradizione, tutela del territorio e innovazione, in sintesi natura e cultura. Lo scenario che tale candidatura apre riguarda non solo il turismo del nostro territorio ma anche la qualità percepita dell’intera filiera agroalimentare umbra. Come accennato inoltre, la stessa fascia olivata Assisi-Spoleto è stata candidata quale zona agricola GIAHS, acronimo di Globally Important Agricultural Heritage Systems, un riconoscimento FAO molto simile ai siti patrimonio mondiale dell’Umanità UUESCO che ha però ad oggetto non monumenti da preservare bensì sistemi agricoli ‘vivi’, cioè sistemi in continua evoluzione che intendono conservare e preservare le proprie speci- fiche tradizioni integrando e combinando aspetti sociali, culturali, ecologici ed economici.

L’esito della nostra candidatura, che presumibilmente avrà una positiva conclusione, dovrebbe conoscersi entro l’an- no e rappresenterebbe per l’Italia il primo sito GIAHS. La ribalta internazionale che ne deriverebbe farebbe da leva non solo al turismo ma anche alla promozione dei prodotti della filiera agroalimentare umbra e in particolare dell’olio extravergine d’oliva, tema sul quale si sono concentrate le azioni di sostegno dei primi tre anni del Programma di Sviluppo Rurale e che vede oggi la Regione Umbria impegnata nell’elaborazione di un ‘Progetto Speciale per l’olivicoltura umbra’ per la valorizzazione del settore”.

Coniugare agricoltura, tradizione rurale e paesaggio è dunque per l’Umbria un elemento particolarmente importante…

“Sì. L’agricoltura dà forma al paesaggio, dà origine a tecniche e a tradizioni di coltivazione e offre prodotti che, per certi aspetti, rappresentano la sintesi di un ricco e variegato repertorio di saperi. Si tratta dunque di un legame molto interconnesso i cui risvolti toccano ambiti altrettanto inter- dipendenti: sviluppo sostenibile, difesa del territorio, tutela della biodiversità e valorizzazione delle attività turistiche. Utilizzare efficaci ed unitarie politiche di marketing territoriale può favorire la promozione del nostro territorio anche all’estero. Si tratta, in altre parole, di saper veicolare l’immagine di una terra il cui saper fare del mondo contadino e rurale ma anche artigianale diventi leva di successo per il turismo in Umbria. Da questo punto di vista anche la vetri- na del Vinitaly è un’occasione che ogni anno consente di far conoscere non solo i migliori vini dell’Umbria, ma anche i loro territori in un contesto nazionale ed internazionale di grande richiamo”.

Per concludere Assessore, il Programma di Sviluppo Rura1e de11’Umbria ha recentemente ottenuto finanziamenti comunitari e nazionali aggiuntivi. Quali sono le azioni programmate per la ripresa e per lo sviluppo nelle aree colpite dal terremoto del 2016?

“Grazie alla solidarietà delle Regioni Italiane e del Ministero dell’Agricoltura, oggi l’Umbria è in grado di rafforzare le proprie strategie di sviluppo nelle aree del’ cratere’. Si tratta di 52 milioni di euro di finanziamento pubblico che vanno a sommarsi alla cospicua dotazione iniziale portando il PSR dell’Umbria a 928 milioni di euro; rappresentano risorse aggiuntive straordinarie che andranno ad inserirsi nel contesto delle attività programmate. Esse sono dedicate esclusivamente ai Comuni maggiormente colpiti dal sisma (il ‘cratere’, appunto) per rafforzare infrastrutture, investimenti produttivi, qualità e sostenibilità ambientale delle produzioni.

Tali risorse saranno utilizzate innanzitutto per la viabilità rurale  – nello specifico la spesa programmata è di 7 milioni di euro – e andranno ai progetti già predisposti dai Comuni interessati nei mesi successivi al sisma del 2016. Nelle prossime settimane daremo attuazione, poi, alle risorse previste per gli investimenti nel settore agricolo e agroalimentare (7 più 7 milioni di contributi pubblici) nell’ambito del rinnovato bando che interessa l’intera regione. Inoltre, tali risorse saranno utilizzate in maniera aggiuntiva per le Misure a superficie, in particolare per le Misure: M10 Pagamenti agro-climatico-ambientali; M11 Agricoltura Biologica; M13 Indennità a favore delle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici; M14 Benessere degli animali.

Con l’occasione va ricordato che, tra mille difficoltà, l’Umbria si conferma in testa alle Regioni più performanti in tema di avanzamento della spesa e di realizzazione delle iniziative tra i grandi programmi. Abbiamo infatti superato il 20% della spesa programmata (circa 190 milioni di euro) tenuto conto anche delle risorse aggiuntive recentemente assegnate.

In questo 2018 andranno a realizzazione gran parte degli investimenti aziendali relativi alle prime graduatorie approvate e con la successiva adozione di una seconda graduatoria si metteranno in moto ulteriori iniziative.Tutto ciò darà un grande contributo alla modernizzazione e alla competitività dell’intera filiera agroalimentare umbra che continua a caratterizzarsi per un notevole dinamismo”.

*Assessore regionale alle Politiche agricole ed agroalimentari