La scommessa vincente di Agriumbria

di Ciro Becchetti*

I cinquant’anni di Agriumbria sono una buona occasione per alzare la testa dalle contingenze attuali e provare a confrontarsi con le grandi tendenze.
Cinquant’anni fa per tutti gli economisti l’agricoltura era un settore indispensabile ma sostanzialmente residuale i cui problemi fondamentali erano quelli di recuperare produttività attraverso una drastica riduzione degli occupati e una modernizzazione di infrastrutture e potenza istallata (meccanizzazione), in sostanza attraverso il venir meno di quella ancora grande massa di popolazione ed imprese gravanti sulla terra in mancanza di alternative vere più che per opportunità.

La scommessa

A quel tempo era già in essere una significativa Politica Agricola Comunitaria molto legata a pagamenti accoppiati e a discipline e programmi settoriali ma anche aperta alle cosiddette misure strutturali.
In quel contesto per l’Umbria la zootecnia costituiva un settore rilevante ma esposto a tutte le minacce derivanti da dinamiche di mercato non solo locale che premevano sui costi in maniera importante.
In ogni caso la scommessa di Agriumbria si è rivelata una scelta lungimirante che, perseguita coerentemente in questi 5 decenni, in particolare dalle istituzioni regionali e locali, è riuscita ad accreditarsi come l’iniziativa più importante del Centro Italia, come una vetrina e un promotore di innovazione lungo tutta la filiera agroalimentare.

Oggi il contesto internazionale individua nella filiera dell’Agrifood una delle grandi direttrici dell’innovazione e vede nell’Italia una delle realtà maggiormente dinamiche con grandi risultati in termini di export, qualità e nuove attività.
Non più un settore residuale di cui gestire una ritirata strategica ma un settore suscettibile di grandi innovazioni interne e fortemente integrato con molte altre dimensioni dell’economia e della società.

L’importanza dell’innovazione

Un’agricoltura esposta dunque all’innovazione delle nuove tecnologie e delle reti; una agricoltura fonte attiva di salute e benessere; un’attività non solo compatibile con l’ambiente ma fonte di manutenzione e cura del paesaggio, del territorio e delle stesse risorse naturali; un’agricoltura dove far misurare giovani altamente qualificati in un contesto che abbraccia non solo la filiera agroalimentare ma anche lo sviluppo locale e la sostenibilità ambientale.
Questi valori sono il cuore delle strategie di Sviluppo Rurale perseguite negli ultimi 20 anni dall’Umbria con programmi che sono divenuti via via più rilevanti dal punto di vista delle risorse impiegate e dal punto di vista della complessità e ambizione degli obbiettivi e delle politiche realizzate tra cui spicca il grande rilievo dato alla promozione e al sostegno dell’innovazione.

Per questo Agriumbria è una delle sedi più adatte a presentare e discutere strategie e iniziative innovative.
Oggi siamo all’avvio del dibattito sulla prossima fase di programmazione europea che partirà nel 2021. Come sempre la discussione sulla dimensione finanziaria delle politiche agricole in Europa sarà fondamentale così come quella relativa alla convergenza tra i diversi paesi. Decisivo sarà il grado di semplificazione che si riuscirà a realizzare.

Tuttavia sembra abbastanza certo che sostegno all’innovazione per la competitività e politiche ambientali continueranno ad essere gli assi portanti di una strategia congiunta dei cosiddetti Pagamenti Diretti e dello Sviluppo Rurale coordinati in una comune strategia.
In tutto questo è probabile che l’ingegneria finanziaria volta a rafforzare l’accesso al credito delle imprese svolga un ruolo ancora maggiore che attualmente.

È anche per questo che l’Umbria, insieme ad altre sei Regioni italiane, ha scelto di condividere la sperimentazione di un Fondo di Garanzia Multiregionale partecipato da Banca Europea per gli Investimenti/Fondo Europeo per gli Investimenti, Cassa Depositi e Prestiti e, in ipotesi, nuovo Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici FEIS.
Nel solco di una tradizione che guarda a come costruire un futuro di competitività e di benessere per le campagne dell’Umbria dunque occorre andare avanti con l’innovazione.

Foto: Michele Benda 

Buon compleanno Agriumbria.

Con l’occasione anche questa Rivista che ha superato il ventennio di pubblicazioni si rinnova e ad essa si aggiunge una nuova versione online.
Non si tratta della semplice pubblicazione in rete della versione cartacea ma di un nuovo canale di comunicazione molto ricco di informazioni e costantemente aggiornato con cui interloquire con gli agricoltori, le altre imprese, i giovani e le popolazioni dell’Umbria in materia di Sviluppo Rurale.
Una scommessa impegnativa che ci accingiamo ad affrontare consapevoli che le dimensioni e il ruolo accresciuti di tali politiche meritino uno strumento di comunicazione e di dialogo ancora più efficace senza rinunciare al rigore della riflessione periodica della versione cartacea.

* Direttore della Direzione Agricoltura, Ambiente, Energia, Cultura Regione Umbria