VIAGGIO TRA LE PRODUZIONI SLOW FOOD DELL'UMBRIA
Sei prodotti di eccellenza e il loro legame con il Programma di Sviluppo Rurale
Contro la massificazione del gusto, c’è un piccolo gruppo di produttori umbri che riscopre e preserva antichi sapori legati alla tradizione e alla cultura alimentare locale. Sono i pionieri dello slow food. In sei puntate abbiamo raccontato chi sono, come ci sono riusciti e come il Programma di Sviluppo Rurale per l’Umbria li ha aiutati. Sei appuntamenti per sei prodotti di eccellenza . Per scoprire come l’antico legame tra uomo e natura si tramanda.
LE SEI PRODUZIONI
Il mazzafegato, l'ultimo salume
Nella campagna umbra dell’alta valle del Tevere, resiste una produzione contadina antichissima legata alla lavorazione del maiale. Un salume povero, dal sapore intenso, per anni dimenticato: il mazzafegato. Se oggi la tradizione continua a vivere, è grazie all’intraprendenza di pochi macellai.
La fagiolina del Lago Trasimeno
Per le sue qualità nutritive, era già conosciuta fin dai tempi degli Etruschi. E per secoli ha sfamato generazioni di agricoltori. Condannata all’oblio, alla fine degli anni Novanta è tornata a vivere. Grazie alla forza di pochi produttori. Ostinati come questo minuscolo legume.
Il segreto del vin santo affumicato
Nella parte più settentrionale dell’Umbria si cela un luogo magico. Un tempo posta di passaggio per monaci templari, poi giacimento di lignite, oggi impresa agricola, la Miniera di Galparino costudisce un segreto lungo secoli: quello del vin santo affumicato dell’Alta valle del Tevere.
Il miracolo della fava cottora
Nella bassa Umbria, tra le colline argillose dell’Amerino, ogni anno si rinnova un piccolo miracolo. La nascita di un legume minuscolo ma dal sapore impareggiabile. La chiamano la fava cottora. È un seme inimitabile, riprodotto e conservato gelosamente dai coltivatori locali.
La roveja, il pisello sconosciuto
Se nella Valnerina umbra, un piccolo legume dalle forti proprietà nutritive resiste, lo si deve alla lungimiranza di pochi. Se la Roveja di Civita di Cascia, simile a un pisello dal seme verde, marrone o grigio, sopravvive alla massificazione del gusto, è per la forza di quattro piccoli produttori.
Il rito del sedano nero di Trevi
Sotto il monte Serano, nella piana della valle Umbra che da Trevi arriva fino alle acque del Clitunno, ogni anno si perpetua un rito millenario: quello della coltivazione del sedano nero. Un ortaggio profumatissimo la cui crescita segue regole rigorose. Che solo cinque produttori praticano.