Il cibo bene immateriale da conservare e tramandare, gli spunti del convegno

Il cibo come patrimonio culturale, come memoria di un popolo, come opportunità di sviluppo e come bene immateriale da conservare, tramandare e valorizzare. Si è concluso, aprendo importanti temi di riflessione,  il  convegno dal titolo “L’anno del cibo italiano: il patrimonio immateriale enogastronomico” che si è svolto presso il Salone d’onore di Palazzo Donini. L’evento, organizzato dalla Fondazione “Angelo Celli per una cultura della salute”, ha visto la collaborazione della Regione Umbria, del MiBAC – Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia, dell’Università degli studi di Perugia – Dipartimento di filosofia, scienze sociali umane e della formazione, del Cedrav – Centro per la documentazione e la ricerca antropologica in Valnerina e della CIA – Confederazione italiana agricoltori.

Nel corso del convegno il MiBAC ha presentato l’ambizioso progetto del geoportale della cultura alimentare il cui aggiornamento è affidato all’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia .

Il geoportale è una piattaforma in continua evoluzione e in espansione che oggi può contare su 9 database, oltre 10.000 records e 5.000 elementi geolocalizzati sul tema del cibo. Un luogo fisico ma anche virtuale attraverso cui interconnettere le informazioni di diverse organizzazioni e mettere in rete gli archivi con lo scopo di creare un vero e proprio patrimonio informativo della cultura alimentare italiana a disposizione di tutti. Infatti – come sottolineato dallo stesso Direttore dell’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia, Leandro Ventura –  “il valore del patrimonio culturale risiede anche nella capacità di produrre conoscenza condivisa intesa come bene pubblico collettivo e accessibile. Conservare per mettere in salvo la memoria”.