La processionaria del pino, come riconoscerla e cosa fare

La processionaria del pino è un lepidottero le cui larve si cibano di aghi di pino e di cedro. Le uova deposte in estate sugli aghi schiudono verso settembre. Le larve con fili sericei costruiscono un nido nel quale passano l’inverno. In primavera abbandonano il pino e in processione visitano gli alberi vicini.
Il capofila è generalmente una delle femmine, che verso giugno sente che è arrivato il momento di diventare adulta. A questo punto fa da capofila e porta tutti i “compagni” in fila indiana nel terreno, dove si trasformeranno in crisalidi e poi in innocue farfalle.

COSA FARE PER PREVENIRE

Dal mese di dicembre si possono vedere i bozzoli sericei delle processionarie sui pini. Se vengono individuati in luoghi pubblici, i cittadini devono avvisare il proprio Municipio. In questo modo verrà programmata la rimozione dei nidi prima che le processionarie escano in primavera.

Nel caso che la presenza dei nidi sia verificata in giardini e parchi privati, il cittadino deve procedere alla lotta con i metodi indicati

ATTENZIONE

    • Durante le operazioni di cattura e rimozione indossare occhiali chiusi e mascherina antipolvere;
    • non dare mai fuoco ai nidi, perché attraverso l’emissione dei fumi si disperdono le setole urticanti, che possono essere inalate o venire a contatto con la pelle provocando gravi danni;
    • se una fila di processionarie attraversa un giardino, il percorso va bagnato con acqua per impedire alle setole urticanti di “volatilizzarsi” e per favorire il loro depositarsi a terra.

LA PROCESSIONARIA È PERICOLOSA

La processionaria del pino può causare prurito per il contatto con le larve e, in particolare, con le loro setole urticanti. Durante i tragitti sul terreno, che compiono in fila indiana, disperdono le setole urticanti: il loro contatto con la pelle può sviluppare dermatiti anche gravi, danni agli occhi e se inalate, ai polmoni.

I cani che entrano in contatto con la processionaria possono subire danni, a volte anche molto gravi, alla lingua e al naso.

Le specifiche di controllo di seguito riportate fanno parte di una strategia globale che, se attuata con attenzione, permette nel medio periodo un buon controllo dell’insetto.

Strategie efficace di lotta

 In autunno, quando le giovani larve sono prive di peli urticanti, i pre-nidi devono essere asportati e eliminati , come meglio indicato nelle tecniche da usare in inverno; le piante infestate nell’inverno precedente possono essere trattate con la lotta biologica, con insetticidi a base di Bacillus thuringiensis varietà kurstaki, di libero acquisto in confezioni per le piante ornamentali, nocivo ai lepidotteri ma innocuo su tutti gli altri esseri viventi.

 In inverno – inizio primavera, quando le larve dell’insetto munite di peli urticanti si trovano nei nidi, si applica la lotta meccanica , rimuovendo i nidi (figg. 1 e 2 del Pdf allegato) e ponendoli in contenitori riempiti d’acqua; dopo una settimana si può interrare tutto il contenuto in buche profonde e lontano dalla portata delle persone.

 Si sconsiglia vivamente di fare ricorso alle armi da fuoco (lotta balistica) , pratica peraltro soggetta all’autorizzazione da parte delle forze di polizia e fonte di pericolo per la diffusione dei peli urticanti presente nei nidi. E’ possibile ricorrere a questo metodo solo per situazioni altrimenti non risolvibili. Si spara ai nidi con cartucce a pallini per uccidere le larve ed esporre quelle che sopravvivono al freddo invernale. La pratica va limitata al periodo invernale non oltre il 15 febbraio; va chiesta per essa apposita autorizzazione alla Questura o al Commissariato (o al Comune se i precedenti non sono presenti nel territorio), avendo poi cura di avvisare gli altri corpi di pubblica sicurezza.

 In primavera (in inverni miti già da metà febbraio) è possibile utilizzare la lotta con le trappole intercettatrici delle larve (costituite da fogli con collanti o con sistemi ad imbuto che convogliano le larve in una bottiglia) da applicare ai tronchi, per poi smaltirle come sopra (Figg.3 e 4 del Pdf allegato). Possono essere utilizzate anche le trappole a feromone per le catture massali dei maschi adulti della farfalle da posizionare a partire da fine maggio, il feromone va cambiato ogni 5 settimane (Figg. 5 e 6 del Pdf allegato).

 È possibile e consigliabile l’endoterapia, da far effettuare solo a personale specializzato ed in possesso di strumentazione idonea,  che consiste nell’infondere delle soluzioni insetticide nel legno della pianta. Per i costi da sostenere e lo stress procurato all’albero è una pratica da destinare in via prioritaria all’ambito ornamentale. Il periodo di maggior efficacia è quello autunnale ma la lotta può essere svolta da agosto a febbraio (Fig. 7 del Pdf allegato).

Il Servizio Fitosanitario della Regione Umbria

Il servizio Fitosanitario in collaborazione con le ASL dell’Umbria e i Comuni della Regione promuove e finanzia attività per verificare la migliore integrazione tra le strategie di contenimento. Le diverse metodologie di difesa vengono testate in 10 aree campione, proporzionalmente divise tra la provincia di Perugia e quella di Terni attraverso l’utilizzo combinato dei sistemi di asportazione dei nidi, dei sistemi endoterapici, dell’irrorazione in chioma, delle trappole a feromoni. Dall’analisi dei risultati che si otterranno verrà individuata la migliore integrazione tra le diverse azioni di contenimeto dell’insetto.

Il Servizio Fitosanitario Regione Umbria è a disposizione per qualsiasi chiarimento all’indirizzo:
www.regione.umbria.it

USLUmbria1 www.uslumbria1.it 

USLUmbria2 www.uslumbria2.it