Mitigare i cambiamenti climatici con l’ulivo: il progetto OLIVE4CLIMATE-LIFE

La pianta dell’ulivo è in grado di stoccare l’anidride carbonica per lungo tempo e, vista la sua coltivazione a basso impatto ambientale, gli oliveti sono una best practice per la mitigazione dei cambiamenti climatici. Occorre quindi lavorare per restituire competitività alla coltivazione dell’olivo: la decisione di alcuni produttori di abbandonare gli oliveti per scarsa redditività è così molto preoccupante non solo per la sua dimensione produttiva, ma anche per la sua valenza idrogeologica, paesaggistica e di mitigazione degli effetti del climate change.

Questi sono alcuni degli spunti emersi a Trevi, in occasione di “Festivol, Trevi tra olio, arte, musica e papille”, la kermesse trevana sull’Olio EVO, all’interno della quale si è svolto il seminario OLIVE4CLIMATE – LIFE. Per una produzione sostenibile dell’olio extravergine di oliva”.

Il progetto, coordinato dall’Università degli Studi di Perugia, vede coinvolti il Dipartimento di Scienze Agrarie Alimentari e Ambientali (DSA3), il Dipartimento di Ingegneria (DI) e il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale (DICA) e coinvolge otto partner (provenienti da Italia, Germania, Grecia e Israele) fra Università e centri di ricerca, consorzi di produzione e industrie, con l’obiettivo di elaborare una visione sistemica del processo produttivo dell’olio extravergine di oliva per quantificare e certificare le emissioni di gas e la Carbon Footprint (CF), così come la capacità di sequestro dell’anidride carbonica atmosferica da parte dell’oliveto (alberi e suolo), determinando la correlazione esistente tra tecniche agricole sostenibili e mitigazione dei cambiamenti climatici.

“OLIVE4CLIMATE punta ad ottenere numerosi risultati – spiega il professore Primo Proietti, coordinatore della ricercanella gestione sostenibile della filiera di produzione dell’olio extra vergine di oliva. L’idea è quella di creare dei protocolli ‘sostenibili’ per la gestione degli oliveti e dei frantoi, includendo il riutilizzo dei rifiuti del ciclo produttivo. Tutto questo permetterà di promuovere l’olio di oliva extravergine e vergine attraverso un’adeguata etichettatura che ne certifichi l’impatto ridotto o addirittura positivo sull’ambiente e di individuare strumenti capaci di riconoscere il contributo degli oliveti alla mitigazione del cambiamento climatico (come la creazione di un mercato di ‘crediti di Carbonio’), anche con riferimento alla desertificazione, e quindi di aprire la strada a specifiche ricadute economiche per le Aziende virtuose”.